03- L’arco con un ornamento di conchiglia (1761) di Giovanni Battista Piranesi

9,00

Stampa d’arte di Giovanni Battista Piranesi
su carta extra lusso alta grammatura
pronta da incorniciare – cm 21×30
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Descrizione

Stampa d’arte di Giovanni Battista Piranesi
da (Carceri d’invenzione)
su carta extra lusso alta grammatura
pronta da incorniciare – cm 21×30

 

Giovanni Battista (o Giambattista) Piranesi; detto anche semplicemente Piranesi; è stato un archeologo, architetto e artista classico italiano, famoso per le sue incisioni di Roma e di “prigioni” fittizie e atmosferiche (Le Carceri d’Invenzione). Era il padre di Francesco Piranesi e Laura Piranesi.

Piranesi nacque a Venezia, nella parrocchia di S. Moisè dove fu battezzato. Suo padre era uno scalpellino. Suo fratello Andrea lo introdusse alla letteratura latina e all’antica civiltà greco-romana, e in seguito fu apprendista presso lo zio, Matteo Lucchesi, che era uno dei principali architetti del Magistrato delle Acque, l’organizzazione statale responsabile dell’ingegneria e del restauro di edifici storici.

Dal 1740 ebbe occasione di lavorare a Roma come disegnatore per Marco Foscarini, ambasciatore veneziano del nuovo papa Benedetto XIV. Risiedette a Palazzo Venezia e studiò con Giuseppe Vasi, che lo introdusse all’arte dell’acquaforte e dell’incisione della città e dei suoi monumenti. Giuseppe Vasi scoprì che il talento di Piranesi era molto superiore a quello di un semplice incisore. Secondo Legrand, Vasi disse a Piranesi che “sei troppo pittore, amico mio, per essere un incisore”.

Dopo gli studi con Vasi, ha collaborato con gli allievi dell’Accademia di Francia a Roma per produrre una serie di vedute (vedute) della città; la sua prima opera fu Prima parte di Architettura e Prospettive (1743), seguita nel 1745 da Varie Vedute di Roma Antica e Moderna.

Dal 1743 al 1747 fu principalmente a Venezia dove, secondo alcune fonti, visitò spesso Giovanni Battista Tiepolo, artista di spicco a Venezia. Fu Tiepolo ad ampliare le convenzioni restrittive delle incisioni riproduttive, topografiche e antiquarie. Tornò quindi a Roma, dove aprì una bottega in Via del Corso. Nel 1748-1774 creò un’importante serie di vedute della città che ne decretarono la fama. Nel frattempo Piranesi si dedicò alla misurazione di molti edifici antichi: ciò portò alla pubblicazione de Le Antichità Romane de’ tempo della prima Repubblica e dei primi imperatori (“Antichità romane del tempo della Prima Repubblica e dei Primi Imperatori “). Nel 1761 divenne membro dell’Accademia di San Luca e aprì una propria tipografia. Nel 1762 fu stampata la raccolta di incisioni Campo Marzio dell’antica Roma.

L’anno successivo fu incaricato da papa Clemente XIII di restaurare il coro di San Giovanni in Laterano, ma i lavori non si concretizzarono. Nel 1764 uno dei nipoti del Papa, il cardinale Rezzonico, lo incaricò di iniziare la sua unica opera architettonica, il restauro della chiesa di Santa Maria del Priorato nella Villa dei Cavalieri di Malta, sull’Aventino a Roma. Ha unito elementi architettonici classici, trofei e stemmi con il proprio particolare genio immaginativo per il disegno della facciata della chiesa e delle pareti dell’adiacente Piazza dei Cavalieri di Malta.

Nel 1767 fu nominato cavaliere dello Sperone d’Oro, che gli permise di firmarsi “Cav[aliere] Piranesi”. Nel 1769 la sua pubblicazione di una serie di progetti ingegnosi e talvolta bizzarri per camini, oltre a una gamma originale di mobili, consolidò il suo posto come designer versatile e pieno di risorse. Nel 1776 realizzò la sua opera più nota come ‘restauratore’ di scultura antica, il Vaso Piranesi, e nel 1777-78 pubblicò Avanzi degli Edifici di Pesto.

Morì a Roma nel 1778 dopo una lunga malattia e fu sepolto nella chiesa che aveva contribuito a restaurare, Santa Maria del Priorato. La sua tomba è stata progettata da Giuseppe Angelini.