Edgar Degas “La classe de danse” 1874-640
La danza è un’arte performativa che si esprime nel movimento del corpo umano secondo un piano prestabilito, detto coreografia, o attraverso l’improvvisazione. È presente in tutte le culture umane. Nella nostra cultura occidentale è documentata fin dalla più profonda preistoria insieme ad altre arti quali il teatro e la musica vocale e/o strumentale. Spesso è accompagnata da musiche o composizioni sonore, la danza nel linguaggio e nella tradizione della danza popolare può essere chiamata anche ballo.
Sin dall’antichità, la danza è parte dei rituali, preghiera, momento di aggregazione della collettività nelle feste popolari e anche occasione di aggregazione tra persone, come per esempio, attualmente è la danza nelle discoteche.
Storia ed etimologia
La danza è una disciplina vastissima, non solo perché esistono molte forme di danza, ma, anche, perché è un’arte del corpo in movimento. Per quanto riguarda la storia della danza come forma d’arte dello spettacolo, da sempre, la danza ha costituito uno dei livelli espressivi del teatro. Nella tragedia e nella commedia dell’antica Grecia, il “coro” si esprimeva principalmente danzando nello spazio antistante l’edificio scenico (in greco σχηνέ, schené) denominato ορχήστρα, (orchḗstra). Il fatto che, in quello spazio, il coro danzasse, non solo spiega l’etimologia della parola “orchestra”, che deriva, appunto, dal verbo ορχήομαι (orchḗomai, danzare), ma è, anche, il motivo per cui, in molte lingue moderne, i termini che si riferiscono alla danza (italiano: coreografia, coreutica; francese: chorégraphie, choreutique; inglese: choreography, choreutic) portano in sé l’etimo greco χόρος, (chóros). Il termine italiano danzare, invece, deriva dal francese antico danser, da cui il francese odierno danse e l’inglese dance; l’origine di danser è discussa: c’è chi pensa a una derivazione dal franco *dintjan[1] (dalla medesima forma deriverebbe il tedesco Tanz con la seconda rotazione consonantica) o, meno probabilmente, da un latino *deantiāre, “andare avanti”[2].
Nelle civiltà antiche indiane, cinesi ed egiziane, la danza voleva raffigurare il corso armonioso degli astri. I greci posero la danza sotto la protezione della musa Tersicore, facendone così un simbolo della propria cultura. Per i romani, invece, assunse la forma di pantomimo, continuando a trasformarsi fino alla depravazione[non chiaro]. In seguito all’avvento del Cristianesimo, anche se inizialmente fu accolta nei riti all’interno delle chiese, in seguito fu condannata dalla Chiesa e nel corso del Medioevo scomparve dalla liturgia,[3] mentre sopravvisse nella forma di danza popolare. Nel seguente sviluppo della musica strumentale, la danza si espanse soprattutto nelle corti italiane e durante il XVII secolo soprattutto in Francia, dove veniva praticata in particolare nei palazzi reali come arte raffinata. La danza divenne così una vera e propria Arte e nel corso dei secoli nacquero numerose coreografie, che nell’Ottocento venivano rappresentate in teatri prestigiosi come l’Opèra di Parigi e la Scala di Milano.
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